La diagnosi precoce nelle demenze è una cosa molto importante perché ci permette di agire fin da subito cercando di rallentare il decorso della malattia e fornire al malato e ai familiari la possibilità di una buona vita. La diagnosi per le demenze viene fatta attraverso diversi strumenti: attraverso la TAC o la RMC prescritte dal medico e attraverso test neuropsicologici somministrati dallo psicologo.
I test neuropsicolgici sono fondamentali per una diagnosi precoce poiché nei primi stadi della malattia quando i sintomi non sono manifesti hanno la possibilità comunque di fare una buona diagnosi e quindi anticipare di gran lunga la fase diagnostica.
I test neuropsicologici sono vari e molteplici vanno a verificare se l’area stimolata funzione in maniera adeguata rispetto al normale invecchiamento o se si discosta da questo. Le aree interessate ad esempio sono quelle legate alla sfera del linguaggio, alla memoria a breve e lungo termine, all’attenzione, alla comprensione, al movimento ,all’orientamento spazio temporale, alle capacità logicho-deduttive, alle capacità di fare calcoli e alle funzioni esecutive.
Diventa importante anche conoscere da che tipo di demenza il malato è affetto. Non esiste solo la malattia di Alzheimer ma anche demenze di tipo vascolare.
Insieme alla malattia di Alzheimer risulta essere quella più diagnosticata negli anziani. La differenza sostanziale tra un Alzheimer è una demenza vascolare è legata al decorso della malattia. Nell’Alzheimer il decorso è più lento e progressivo circa dodici anni, mentre nella demenza vascolare il decorso è a scalini. La perdita del linguaggio ad esempio può essere molto repentina rispetto ad una malato di Alzheimer.
Il problema delle demenze vascolari è legato a lesioni cerebrovascolari e in questo caso è necessario avviare una diagnosi attraverso la TC e la Risonanza Magnetica (RMC). La TC può mettere in rilievo l’esistenza di lesioni cerebrali (stroke) e l’insorgere della demenza ad essa correlate.
Cosa si può fare?
La demenza vascolare compromette il normale svolgimento della vita per il malato, ma anche per chi lo assiste e per i suoi familiari. La perdita di funzioni quali la memoria, il linguaggio, le funzioni motorie ecc mette fa vivere nel malato e nel familiare momenti di grande frustrazione e disagio. E’importante chiedere aiuto sul come affrontare le situazione della vita e non rimanere soli ad affrontare queste difficoltà.
Il sostegno in queste situazioni difficili e l’avere degli strumenti pratici aiuta a stare meglio. Nella mia pratica clinica mi occupo di prendermi carico della situazione famigliare e del malato per fare in modo che si possano creare i presupposti per vivere una vita migliore in un momento comunque difficile da affrontare.